giovedì 12 gennaio 2012

Disavventure di una (quasi) insegnante di danza: come imparare a fare la pace


Pausa tra la lezione di punte e la propedeutica, finalmente un attimo di respiro. Tanto le bimbe escono tardi da scuola, e la lezione inizia sempre con 10 minuti di ritardo. Se poi ci metti anche il tempo per rifare gli chignon un pò sbilenchi delle nonne i minuti diventano anche 15. Ma non mi va di uscire a prendere aria con Viviana, rimango qui in sala che fa più caldo. Sento il solito chiacchiericcio allegro e concitato di là in spogliatoio, sorrido.
Mi stiracchio i piedi, mi streccho un pò la schiena. Perchè mi fa sempre male??
Entra in sala Sofia e mi si butta in braccio. E pensare che fino a poco tempo fa era letteralmente terrorizzata da me, perchè, alle prime lezioni che ho assistito, correggevo sempre lei. Come fanno presto i bambini ad affezionarsi, mica come noi adulti. Sofia però oggi ha il muso lungo e gli occhi tristi.
Arriva anche Chiara, la sento mugugnare dal corridoio. E' tutta impettita e fiera, vuole proprio farsi valere.
"Sofiaaa, io te l'avevo detto che questi tuoi compartamenti proprio non mi piacciono. Basta, mi hai proprio stufata! Mi urli sempre quando ti chiedo una cosa. I tuoi atteggiamenti non li sopporto più".
"Ehi ehi bimbe calmatevi, che succede?"
E vengo travolta da queste due pesti che iniziano a spiegarmi le due versioni dei fatti, parlandosi una sull'ìaltra e sovrapponendo tutto il resto. Nel frattempo si è venuta a sedere accanto a me anche Ginevra, nata ballerina dal pancione della mamma. Non l'avevo nè vista nè sentita, da quanto è leggera e elegante. Siamo entrambe ammutolite di fronte a questa scena. Quelle due non se la smettono proprio. Io e Ginevra ci guardiamo, ci scappa da ridere ma ci tratteniamo. Sembra proprio essere una cosa seria. Anche perchè Sofia, con gli occhioni lucidi, si è addirittura andata a nascondere tra la colonna e la sbarra. Sta a testa bassa, come in castigo.
"Sofiaaa, questa volta sei tu che non vuoi fare la pace. Io ti ho sempre dato una seconda possibilità. Sempreee!" Oddio ma queste bambine hanno veramente sette anni? E usano questi paroloni importanti?
Cerco in ogni modo di calmarle e di farle riavvicinare.
Inutile.
C'è solo un modo per catturare l'attenzione dei bambini: raccontargli delle storie. Vere possibilmente, perchè loro capiscono quando gli racconti una bugia. Sono solo piccoli, non stupidi.
"Chiara, vieni qui. Ti devo raccontare una cosa." Mi guarda, un po' scocciata, ma poi si avvicina e si siede.
"Lo sai che anche io un giorno ho litigato con la mia amica del cuore?! Eravamo tanto tanto arrabbiate, e non volevamo più fare la pace. Ci urlavamo contro, come state facendo tu e Sofia. Eravamo troppo orgogliose e nessuna delle due aveva il coraggio di chiedere scusa per prima. Il tempo è passato, noi non ci siamo più parlate e non abbiamo mai più fatto la pace. Per questo, ho perso la mia migliore amica."
Intanto, anche Sofia è uscita dal nascondiglio e, quatta quatta si era avvicinata a noi per sentire cosa stavo dicendo. Chiara mi fa: "E quindi tu e la tua amica non avete mai più fatto pace?"
"No"
"E allora vai da lei e chiedile scusa!" Come vorrei che fosse così facile Chiaretta, non so nemmeno cosa risponderti.
"Scusa..." dice proprio in quel momento Sofia con una vocina intimidita e pentita.
"Scusa..." le risponde subito Chiara, in fretta, come per cancellare tutto quello che di brutto c'era stato tra loro.
E riniziano a rincorrersi e a rotolarsi abbracciandosi, come sempre. Amiche come prima.

Lezione numero uno: imparare a fare la pace.



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