Ad un mese dall'apertura di occhi.azzurro.mare e a tre giorni dall'ultima puntata di questa fiction di RaiUno mi cimento nella mia prima recensione televisiva.. E speriamo bene :)
Evidentemente, come dimostrano gli indici di ascolto, non sono l'unica ad essere tutta pazza per Tutti pazzi per amore. Insieme a me, hanno seguito l'ultima puntata della terza serie più di 4 milioni di telespettatori, per uno share del 18%, risultato eccezionale per una fiction. Insomma: siamo in buona compagnia!
Tutti pazzi per amore nasce da un soggetto originale di Ivan Cotroneo, che curerà la sceneggiatura di tutte e tre le serie e a cui va una mia menzione speciale per la creatività innovativa, ed è prodotto da RaiFiction e Publispei. Una commedia romantica corale, senza dei veri e propri protagonisti ma con tante storie che si intrecciano e in cui ognuno di noi può meglio riconoscersi, che diventa musicale, cantata e danzata.
Questa la grande novità introdotta da Tutti pazzi, questa la sua forza, che sta nel raccontare con la leggerezza di una canzone contenuti importante e profondi, e problematiche della vita quotidiana della gente normale. Di una famiglia normale, forse un po' allargata, ma con i valori di una volta ancora ben saldi, e che si tiene stretta e unita grazie all'affetto, all'amore e all'amicizia.
In questa teza serie ritroviamo personaggi conosciuti e se ne aggiungono di nuovi. Ci sono sempre loro, Paolo e Laura (un
Emilio Solfrizzi sempre più in gamba e un'Antonia Liskova che, dopo aver preso il posto di Stefania Rocca nella seconda serie, si è ormai perfettamente calata nel personaggio) a tenere le redini di quesa grande famiglia. E se le zie Filomena e Sofia, che a mio parere hanno un po' perso di spirito rispetto alle serie precedenti, si sono trasferite in casa con loro, i ragazzi invece, Emanuele e Cristina, fidanzatissimi con i loro Viola e Raul, chiedono più indipendenza e vanno a vivere tutti e quattro insieme nell'appartamento del piano di sotto. Anche perché, c'è una grande novità: Cristina, diciottenne appena diplomata, è incinta. E l'intensità con cui l'attrice Nicole Murgia riesce a interpretare le complicazioni che una ragazzina che sta per diventare madre si ritrova a vivere è davvero notevole. Anche Brenno Placido conferma le sue rilevanti capacità di attore, e riesce a rendere il personaggio di Emanuele irresistibilmente simpatico pur essendo un burbero rompiscatole. C'è una novità anche tra le componenti della redazione di Tu donna, in cui irrompe la cugina di Monica, Elisa, interpretata da Martina Stella. Lo ammetto: nelle prime puntate ero offuscata dal pregiudizio nei suoi confronti, e invece sono rimasta sbalordita. E' riuscita a creare in maniera perfetta il suo personaggio, la caricatura di una ragazza di campagna arrivata a Roma piena di ambizione, il cui colore preferito è naturalmente il rosa. Con i suoi modi di fare, le sue frasi-tipo e la sua immagine è riuscita a catturarci e a ricreare la perfetta tipologia della classica oca giuliva. Un'impresa non facile, perchè si potrebbe cadere nel banale. Elisa è fidanzata con un'altra new entry del cast, Giampaolo, l'ormai onnipresente Ricky Memphis, un po' monoespressivo e monocolore, insomma un po' piatto. E guarda caso,
chi è che si innamora di lui? L'eterna sfigata in amore Monica, interpretata dalla bravissima Carlotta Natoli.
Da ricordare anche tutti i personaggi minori, senza cui Tutti Pazzi non potrebbe esistere, che danno ritmo e vitalità alla serie con la loro presenza e con le caratteristiche che li contraddistinguono: Maya alla ricerca della castità (Francesca Inaudi), Rosa alle prese con un fidanzato ventenne (Irene Ferri), Capone sempre più simpatico nella sua napoletanità (Adriano Pantaleo), Stefania "baby Jane" e Giulio "il povero Giu" (Martina Rocco e Luca Angeletti), che quest'anno se le suonano di santa ragione, e in fine, ma non per ultima, la fantastica e sarcasticamente adorabile nonna Clelia (Piera degli Espositi).
Ma oltre alla bravura degli attori, il punto di forza di Tutti Pazzi rimane per me la sottile delicatezza con cui vengono affrontate tematiche e contenuti importanti e non facili da trattare, come possono essere l'omosessualità, il bisogno di espressione dei ragazzini, che si traduce nel diventare Emo, il non sentirsi pronti a diventare genitori a ventanni, la ricerca di un amore eterno, la paura di rimanere soli, la voglia di rimettersi in gioco e tanto altro. Oltre agli intermezzi cantati e ballati, che fanno molto musical, in questa terza serie si è aggiunta una nuova prerogativa a tenere vivo il ritmo della narrazione, ovvero la decisione degli sceneggiatori di far corrispondere a ogni puntata la durata di una giornata, dal 7 dicembre al 1 gennaio, pressappoco il periodo in cui la serie è andata in onda, e che a mio parere ha accentuato ancor di più l'atmosfera che si respirava.
Le cose che non mi sono piaciute? Si, qualcuna ce n'è. Troppe visioni dei personaggi, e sinceramente non ho apprezzato in particolare quelle di Monica e dell'amore in tutte le epoche, canzoni forse un pochino antiche e non così effervescenti come quelle delle serie precedenti e il voler risolvere tutti gli intrecci troppo velocemente nell'ultima puntata, non riuscendoci appieno (ad esempio Emanuele e Viola che volano non gli ho veramente compresi). Ma in realtà è solo per dire che avrei voluto che Tutti Pazzi non finisse!
E quindi, vi lascio con
le parole di Emilio Solfrizzi riguardo alla quarta serie. E che l'amore sia nell'aria.