domenica 4 dicembre 2011

Recensione del film "Midnight in Paris"


Titolo: Midnight in Paris
Anno 2011
Paese: Francia
Regia, soggetto e sceneggiatura: Woody Allen
Con: Owen Wilson, Rachel McAdams, Marion Cotillard, Kathy Bates, Adrien Brody, Michael Sheen, Tom Hiddleston, Alison Pill, Carla Bruni.

Una favola dei giorni nostri. L'ultimo film di Woody Allen, scelto per la cerimonia di apertura del Festival di Cannes di quest'anno, è come un regalo a sorpresa. Arrivi al cinema pensando di assistere ad una commedia con pennellate noir ,a cui il regista newyorkese ci ha abituato negli ultimi anni, e tutte le tue attese vengono rovesciate. Perchè il mondo in cui il più folle cineasta con gli occhiali del cinema moderno ci fa entrare è un mondo all'incontrario, un mondo in cui si torna indietro nel tempo. E' la magia delle mille luci di Parigi, città dell'amore e degli artisti.
Midnight in Paris racconta la storia di Gil, uno sceneggiatore di bassa manovalanza hollywoodiana alle prese con il suo primo romanzo serio e con una fidanzata fastidiosa e altoborghese, la cui più alta aspirazione è quella di abitare in una casa a Malibu. Si intuisce sin dalla prima scena come i due non abbiamo niente su cui fondare una vita insieme. Gil è un animo nobile, che si sorprende del fascino di Parigi come un bambino e che sogna ad occhi aperti di riviverne l'epoca d'oro. Ed è proprio a mezzanotte, come si conviene alle vere fiabe, che avviene la magia: Gil si ritrova trasportato nella Parigi degli anni '20, ricettacolo di artisti, pittori e scrittori da sempre suoi modelli di ispirazione. Oltre a Scott Fitzgerald, Ernest Hemingway, Picasso e Dalì, conosce Adriana, interpretata con grazia dalla bellissima Marion Cotillard, emblema del fascino parigino, e naturalmente ne rimane incantato. Sarà difficile per Gil capire quale sia il suo vero tempo, ma il finale non può che lasciarci, in bocca e nel cuore, un sapore delicato.
Un Owen Wilson sorprendentemente tenero e appropriato in questo ruolo da sognatore, rispetto a quelli da sciupafemmine a cui ci ha abituato. I personaggi del passato azzeccatissimi e mai trash o banali, portatori sani di un'epoca che non c'è più. Particolarmente riuscito soprattutto il surrealista e baffuto Dalì.
Erano anni che non si vedeva un film così. Profondo nella sua leggerezza, pulito e denso. Un film d'altri tempi, che vi caaturerà. Ve lo consiglio caldamente.


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